Zaid è figlio di Bashir, è disoccupato, lui e il fratello vivono in Tunisia. Il padre lavora e cerca di mantenere la famiglia dopo essere rimasto vedovo. E’ una vita dura, a cavallo tra la Tunisia e la Sicilia dove Bashir lavora da oltre 20 anni anni come bracciante agricolo.
Zaid sta sempre attaccato al cellulare. Legge sulla pagina Facebook di INCA Tunisia il nostro comunicato per le domande di Disoccupazione Agricola per i lavoratori bloccati nei paesi di origine.
Anche in Tunisia è tempo di lockdown da COVID-19 quindi prende il telefono, compone il numero, risponde Moustapha che attacca la raffica di domande che di solito si fanno in questi casi.
“Si certo, possiamo fare la domanda ma …tuo padre non ha già presentato domanda di disoccupazione e assegni in Italia? Quanti anni ha? Dove lavora? Quante giornate ha lavorato? Cosa ha fatto in Tunisia?”
Moustapha lavora all’INCA da anni e prima ancora era funzionario FILLEA a Modena, è vecchio del mestiere e ha naso per i cosiddetti “bisogni non espressi”. Con qualche dato alla mano e il mandato di patrocinio elettronico recupera dal sito INPS l’estratto conto contributivo del padre che ha accumulato oltre 19 anni di contributi in Italia. Con gli anni di lavoro in Tunisia e i 67 anni di età Bashir ha da tempo, senza saperlo, diritto a pensione di vecchiaia.
Incredulo Bashir ringrazia e ancora un po’ scettico aggiunge “Se hai ragione e davvero andrò in pensione non metterò mai più piede in Italia”. Tanti auguri Bashir, e goditela che te la sei davvero meritata!
E’ il secondo caso del genere questa settimana. Solo alcuni dei tanti i diritti “nascosti” che INCA ogni giorno trasforma in realtà.