Se il rientro dalle vacanze estive è solitamente, per tutti, un momento di slancio e risoluzioni, per i compagni e le compagne in Svizzera quest’anno si tratta di un rientro decisamente “impegnato”, con il mese di settembre che vede due importanti azioni di mobilitazione in materia di diritti, non discriminazione e libera circolazione.
Immagine/montaggio: Vera Bueller/Medienbüro Selezione (dal sito dell’USS)
Il 15 settembre 2018, i delegati sindacali dell’Unione sindacale svizzera (USS) Ticino e Moesa, riuniti in assemblea a Bellinzona, hanno adottato un’importante risoluzione in favore della libera circolazione.
La risoluzione dell’USS-Ticino e Moesa nasce in opposizione all’iniziativa del partito svizzero UDC (Unione Democratica di Centro) e del gruppo Azione per una Svizzera indipendente e neutrale, che a fine agosto avevano formalmente depositato alla Cancelleria federale la proposta di un’iniziativa popolare volta ad annullare la libera circolazione delle persone con l’Unione Europea.
“Gli accordi sulla libera circolazione delle persone tra Svizzera e Unione europea”, si legge nella risoluzione, “sono una grande opportunità per lavoratori e studenti che possono muoversi liberamente, sia per ragioni di lavoro, sia per studi. Tuttavia, l’assenza di regole ha contribuito a peggiorare il mondo del lavoro nel nostro Paese. In questo momento si rimettono addirittura in discussione le poche misure di accompagnamento concordate a suo tempo […].
Ora, l’UDC, approfittando del clima di incertezza che caratterizza il mondo del lavoro, ma anche per ragioni manifestamente xenofobe, ha depositato un’iniziativa popolare a livello nazionale con la quale chiede la soppressione della libera circolazione delle persone. Questa iniziativa, anche per i suoi effetti collaterali, va combattuta”.
Quanto a misure ed azioni concrete, l’USS-Ticino e Moesa ha rivolto dunque un appello alla deputazione ticinese alle Camere federali e all’Unione sindacale svizzera per modificare le normative in materia di lavoro in modo che si renda effettivamente possibile a tutti i lavoratori beneficiare degli stessi diritti, e ha ribadito il proprio sostegno al principio della libera circolazione.
La seconda azione di questo settembre di mobilitazioni in Svizzera è una Manifestazione nazionale per la parità salariale e contro la discriminazione, prevista per sabato 22 settembre 2018 a Berna e che vede tra i propri organizzatori sindacati, movimenti e organizzazioni impegnate per i diritti delle donne.
“Da 37 anni i datori di lavoro si rifiutano di applicare la parità salariale”, si legge nel comunicato relativo alla manifestazione sul sito dell’UNIA Svizzera. “Nel 2018 le donne guadagnano ancora un quinto in meno degli uomini. La discriminazione nei confronti delle donne è ancora più ampia di quanto società e politica credano”.
Ulteriori informazioni e dettagli relativi alla manifestazione qui.