Prosegue l’attività del progetto TIDE-POWER, Trade unions In Defense of POsted WorkERs, finanziato dall’Unione Europea e realizzato dalla CGIL Nazionale in partenariato con Arbeit Und Leben DGB/VHS per la Germania, CGT-P per il Portogallo, ZSSS per la Slovenia, Asociatia INCA per la Romania e INCA UK per il Regno Unito, finalizzato al miglioramento della protezione dei diritti dei lavoratori nell’ambito di una prestazione transnazionale di servizi, in attuazione della direttiva 96/71/CE e della direttiva 2014/67/UE, che attribuisce ai sindacati il ruolo di tutela della legalità.
Dal 3 al 5 giugno si è svolto a Lisbona il seminario transnazionale finalizzato a confrontare le rispettive esperienze formative, realizzate in ambito nazionale dai partner di progetto, a scambiare opinioni e risultati e a concordare un modello formativo condivisibile da proporre a livello nazionale ed europeo.
Durante il seminario sono stati presentati i progetti formativi che l’Italia, la Slovenia e il Portogallo hanno svolto e le modalità, spiegando nel dettaglio il programma, i bisogni emersi, la scelta dei partecipanti e il feedback ricevuto. È stata un’occasione di confronto e di apprendimento, in quanto sono state esposte delle modalità di interazione specifiche per ogni Paese. Il feedback ricevuto dai partecipanti ai training nei vari Paesi è stato buono, seppur con la consapevolezza che tre giornate di formazione su un tema particolarmente delicato e complesso come il distacco transnazionale non possano fornire la completa conoscenza della materia.
Sono emersi anche in questa occasione i problemi in gioco quando si tratta del lavoro distaccato: la difficoltà di raggiungere i lavoratori distaccati, la mancanza di informazioni riguardanti i loro diritti e il fatto che questi lavoratori spesso non sappiano di essere in distacco, oppure non denuncino la loro condizione poiché vittime di ricatto, ma anche i problemi dovuti al dumping salariale, alle condizioni di lavoro non idonee o alle condizioni abitative di precarietà, ecc.
La condivisione dei vari modelli formativi realizzati e adeguati alle realtà nazionali ha rilevato delle pratiche interessanti, che hanno riscontrato molto consenso nell’essere adottate anche nei training degli altri Paesi e nel modello formativo unico a livello europeo.
Monica Ceremigna, responsabile del progetto per la CGIL, ha spiegato l’importanza della rete fra i soggetti partecipanti, ma anche fra attori istituzionali o della società civile, al fine di poter sottoscrivere protocolli di collaborazione e unire le forze nella tutela dei lavoratori distaccati, categoria in aumento e sempre più sfruttata. La rete di contatto degli otto sportelli che si verranno a creare a sostegno dei lavoratori distaccati ci si augura possa, in futuro, includere sia ulteriori sportelli che un numero maggiore di Paesi coinvolti. Molto proficua la divulgazione e l’arricchimento reciproco risultati dall’interazione con altre esperienze e attività che si occupano del lavoro in distacco transnazionale, attuata tramite partecipazione a riunioni di altri progetti europei/attività (Giulia Frosecchi ad Ecmin, F.Palloni ad AundL network, M. Ceremigna – futuri progetti sul distacco).
Sono state evidenziate inoltre le peculiarità e difficoltà dei vari Paesi partecipanti al progetto in tema di distacco transnazionale: si pensi alla Slovenia, che si identifica come Paese di transito dei lavoratori distaccati e presenta delle problematiche nel recepimento della direttiva 96/71/CE; al Portogallo, che si trova in una fase iniziale di sensibilizzazione al fenomeno del distacco transnazionale, oppure alla Germania, che manca dell’istituzione dell’ispettorato del lavoro. Quindi, i lavori di gruppo hanno portato dei risultati e delle proposte concrete, mettendo insieme esperienze, conoscenze e pratiche diverse che riflettevano le differenze dei vari Paesi di provenienza.
Nello scambio di esperienze e buone pratiche, le colleghe del BEMA di Berlino hanno presentato il loro modello di approccio ai lavoratori distaccati, l’accoglienza, i servizi e la rete che hanno sviluppato, ma anche le difficoltà che incontrano quando entrano in contatto con questi lavoratori (barriere linguistiche, paura di perdere il posto di lavoro se si rivolgono a loro, la mancanza dell’ispettorato del lavoro). Un’occasione di apprendimento che ha offerto spunti per migliorare l’attività degli sportelli informativi previsti da Tide-Power.
L’ultima parte del workshop è stata riservata alle questioni di organizzazione della conferenza finale che seguirà quest’autunno a Berlino, ai temi che saranno trattati, alle persone che vi parteciperanno e ad altri dettagli riguardanti modalità di comunicazione e divulgazione dei risultati del progetto Tide-Power, lanciato ad ottobre 2018.