A casa, nel mondo

Giugno 2018 è stato un mese particolarmente intenso per noi del Patronato Inca Regno Unito, e non soltanto per via delle quasi quattro settimane di sole ininterrotto che non si registravano dall’Età del Ferro (i mass media locali già parlano di allarme siccità)…

La prima settimana del mese inizia, come al solito, presso il nostro ufficio di Manchester, cuore industriale dell’Inghilterra dove siamo presenti dallo scorso anno grazie al rapporto instaurato con l’allora Consolato Onorario locale. Purtroppo la rappresentanza diplomatica ha chiuso i battenti a marzo, e da allora la comunità italiana ne sta chiedendo a gran voce la riapertura, non potendo recarsi a Londra per il disbrigo di molteplici pratiche. La maggior parte degli utenti che visitano l’Inca ad Albion Wharf (un ex magazzino in mattoni rossi sul canale) sono cittadini italiani naturalizzati, nati in Ghana come in Pakistan, Nigeria, Marocco o Bangladesh, giovani coppie che hanno lasciato l’Italia per mancanza di lavoro o per cercare di costruire un futuro migliore per i propri figli. Pochi di loro amano il clima britannico, ma questo mese non possono proprio lamentarsi!
Dopo averli assistiti per due giorni con le domande di passaporto per i figli minori o di welfare benefits locali, spengo il computer e mi dirigo verso la stazione di Piccadilly, cercando disperatamente un pò d’ombra mentre mangio un falafel wrap.

Da Manchester il treno mi conduce verso Leeds, altro centro pulsante della Rivoluzione Industriale. Fuori dal finestrino scorrono decine di vecchi magazzini e fabbriche abbandonate, finestre rotte ed erbacce ovunque, enormi cattedrali di un passato su cui fu costruito il successo economico della nazione. Scendo dal treno poco prima di Leeds, nella cittadina di Bradford, dove oggi abbiamo in programma un incontro con la comunità italiana “storica” presso la Missione Cattolica locale.


La nostra emigrazione qui esplose dopo le guerre mondiali, quando l’industria tessile attraversava il suo periodo di maggiore espansione con conseguente richiesta di abbondante manodopera, prevalentemente femminile. Ondate di ragazze provenienti prevalentemente dal Sud Italia venivano a lavorare presso le numerose filande di Bradford e dintorni. La sede della Missione brulica di connazionali anziani, tè, caffè e biscotti girano di tavolo in tavolo, c’è curiosità e interesse per questo incontro.

Di cosa si tratta? Di un “Legal Advice Forum” organizzato con il supporto della Commissione Europea e di un avvocato proveniente da Londra, durante il quale spiegheremo quali sono i rischi posti dalla Brexit ai diritti dei cittadini europei in UK, e come registrare la propria residenza in vista dell’uscita del Paese dall’Unione Europea.

La temperatura in sala è calda, siamo oltre 70 ed il clima fuori ahimé non aiuta! La maggior parte degli astanti, che vivono qui da oltre 40 anni, non riescono a credere che dovranno effettivamente fare qualcosa per continuare ad avere diritto di residenza in questo paese. Lascio l’incontro convinto che molti altri eventi informativi saranno necessari nei prossimi mesi per raggiungere i settori più vulnerabili della comunità.

Tornato a Londra, la settimana si conclude alle prese con i lavori di riparazione del tetto dell’ufficio: il mese scorso, a seguito dell’ultima pioggia torrenziale (che ormai sembra un lontano ricordo) le infiltrazioni d’acqua hanno reso la stanza dei colleghi inagibile. Purtroppo lavorare in un edificio inglese di una certa età significa avere a che fare a vita con problemi di questo tipo…

Il lunedì seguente siamo di nuovo a Manchester e a Brighton con i nostri uffici zonali, mentre a Edimburgo abbiamo da poco lanciato uno sportello quindicinale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo. Cristina, corrispondente in Scozia, mi aggiorna sui preparativi di un altro “Legal Advice Forum” che avrà luogo proprio nella capitale scozzese a fine mese, e su altre iniziative di networking che sta portando avanti per farci conoscere localmente, mentre da Londra le forniamo aggiornamenti sulle domande di prestazioni assistenziali avviate per i nostri assistiti nel nord del paese.

Questa settimana sono felice di tornare per il secondo anno consecutivo a Blackpool, sulla costa nordoccidentale, per la National Pensioners Convention, conferenza annuale dei pensionati britannici in cui vengono affrontati temi scottanti quali le modifiche al sistema pensionistico britannico, i tagli al sistema sanitario e dei servizi pubblici, l’importanza di sostenere le campagne sindacali.

Purtroppo quest’anno, per problemi di salute, non mi ha potuto accompagnare il rappresentante in UK dello SPI-CGIL, il Sindacato dei Pensionati Italiani. Ma a differenza dello scorso anno, quando c’era un vento tale che camminare per strada era impossibile ed il mare era in tempesta, questa volta i due giorni della convention sono baciati dal sole (come potrete vedere dalle foto che accompagnano questo articolo).
L’opinione condivisa da tutti i partecipanti alla conferenza, tenutasi presso lo storico – ancorché decadente – centro congressi dei Winter Gardens, è che i tagli ai finanziamenti dei servizi sociali e assistenziali mirano a ridurre la fiducia del pubblico in tali servizi, preparando la strada a nefaste privatizzazioni secondo l’idea che “pubblico significa spreco, privato funziona meglio”, ma i cui disatrosi effetti si vedono già all’opera nel National Health Service britannico. L’amara considerazione che le pensioni statali britanniche sono le più basse tra quelle dei paesi OCSE non rende più allegro il viaggio di ritorno. Ma l’aria di mare, per chi come me vive nell’inquinatissima Londra, aiuta assai.

La terza settimana del mese vede l’ufficio di Londra affollato come un bazar sotto Natale: tra appuntamenti per domande di welfare benefit, assistiti in sala d’attesa, il nostro tradizionale tè quindicinale del martedì, i tavoli di lingua, lo “sportello nuova emigrazione”, il controllo della contabilità, la revisione del sistema antincendio per essere sempre a norma con gli eventi che ospitiamo… e questa è solo mezza settimana! Il venerdì infatti io e il collega Giorgio partiamo per Belfast, dove l’indomani ci sarà l’incontro organizzato dal Consolato Onorario per l’Irlanda del Nord con la comunità italiana locale, nonché l’incontro con il nuovo Ambasciatore d’Italia in UK. Questo evento è nato da un’idea sviluppata lo scorso anno con la Console di Belfast, e devo dire che il risultato è stato eccellente.

Abbiamo avuto modo di raccogliere le richieste ed ascoltare le necessità di tantissimi connazionali, nonché di presentarci all’Ambasciatore e piantare i semi di nuove iniziative di interesse comunitario in futuro. In una città come Belfast, ancora divisa da muri tra i quartieri cattolici e protestanti, l’importanza di un momento d’incontro come questo, a cui hanno partecipato anche numerosi professionisti e attivisti locali che hanno raccontato le loro storie e fatto conoscere le loro esperienze, è notevole.

Torniamo a Londra ricaricati dall’esperienza, ma non ancora in ufficio per fortuna! Nei weekend la nostra sala viene utilizzata da molteplici gruppi italiani e inglesi – che condividono i nostri valori – per le loro riunioni associative.

Giungiamo finalmente all’ultima settimana del mese, che ha in programma l’ultimo dei “Legal Advice Forum” prima della pausa estiva, organizzato con Itaca a Edimburgo grazie al supporto di Bilaal, un immigration adviser del grande forum Facebook “UKCEN” – risorsa essenziale in materia di residenza e cittadinanza per decine di migliaia di cittadini europei in UK. Come al solito, dopo l’introduzione, il pubblico ha una quantità di domande che rischia di andare oltre le due ore previste per l’incontro. Ma ancora una volta tutti vanno via arricchiti di informazioni, e in molti casi rassicurati. Nel frattempo, sulla nostra pagina Facebook, ci sono arrivate richieste per organizzare simili incontri ad Aberdeen, Harrogate, Glasgow e Brighton. Dopo quelli dei mesi passati in tante altre città del paese, siamo felici di essere entrati a far parte di una rete vivacissima di organizzazioni che, in seguito al referendum sulla Brexit, si stanno dando da fare per supportare migliaia di cittadini migranti che hanno eletto questo paese a propria casa e sono stati spiacevolmente colpiti dal risultato per il “Leave”.

In tal senso, assieme alla curatrice del libro “In Limbo: Brexit testimonies from EU citizens in the UK” e ad esponenti del mondo dell’arte, della cultura e della ricerca scientifica, stiamo ultimando i preparativi per una serata dedicata allo scambio culturale tra Italia e Regno Unito e al ruolo che i movimenti migratori tra i due paesi hanno giocato nell’arricchimento reciproco di entrambi, serata che avrà luogo tra pochi giorni presso la nostra sede di Londra. Ma parliamo ormai di luglio…