A casa, nel mondo

Martedì 21 giugno 2022, a Parigi, un’iniziativa organizzata dall’INCA Francia, in collaborazione con Articolo Uno e l’associazione Aureka, dal titolo “Le sfide e le difficoltà dei lavoratori e pensionati italiani all’estero”

“Le sfide e le difficoltà dei lavoratori e pensionati italiani all’estero” è il tema dell’iniziativa che si terrà martedì 21 giugno 2022 a Parigi, organizzata dall’INCA Francia, in collaborazione con Articolo Uno e l’associazione Aureka.

All’incontro, che avrà al centro i temi cruciali del lavoro e dell’emigrazione italiana nel contesto socioeconomico attuale, parteciperanno: Moulay El Akkaioui (Coordinatore Nazionale INCA Francia), Diven Casarini (Presidente INCA Francia), Massimiliano Picciani (Presidente Assemblea Italiani all’estero PD), Luca Giachello, Ida Pulcinella (Delegata sindacale CGT Generali Francia), Claudia Donnini (Direttrice associazione AUREKA). Le conclusioni saranno a cura dell’Onorevole Arturo Scotto (Coordinatore Nazionale Articolo Uno).

L’iniziativa avrà luogo dalle 18.00 alle 20.00 presso: Associations des Garibaldiens, 20 rue des Vinaigriers, 75010 Parigi.

Di seguito, il comunicato del Coordinatore dell’INCA Francia Moulay El Akkaioui.

Nel corso degli ultimi dieci anni quasi un milione di italiani sono emigrati. Nel 2020 sono stati 112.218 i cancellati per l’estero e, di questi, il 45,5% sono donne. Si tratta di un flusso annuale che incide per il 2,1% sulla popolazione italiana. È uno dei dati della nuova analisi del Centro studi Idos, dopo la recente presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2021.

“L’analisi del movimento anagrafico di medio periodo, su dati Istat, conferma la peculiarità della nostra emigrazione contemporanea, caratterizzata da tanta “fuga di cervelli” e poca “circolazione di cervelli”. Nonostante un sistema che produce davvero pochi laureati (nel 2018 la percentuale di 30-34enni con un livello di istruzione terziaria raggiungeva in Italia il 27,8%, contro il 40,7%della media Ue), la laurea continua a non offrire, come invece avviene nel resto dei Paesi Ocse, possibilità d’impiego maggiori rispetto a quelle di chi ha un livello di istruzione inferiore: tra il 2008 e il 2020 sono ufficialmente espatriati dall’Italia 355mila giovani tra 25-34 anni e circa 96mila coetanei sono rimpatriati. La differenza tra rimpatri ed espatri è rimasta costantemente negativa negli anni e, cumulata tra il 2008 e il 2020, ha comportato una perdita complessiva di 259mila giovani, di cui 93mila con al più la licenza media (36%), 91mila diplomati (35%) e 76mila laureati (29%)”.

Dove emigrano i giovani italiani?  A livello di Paesi di destinazione, le perdite nette di giovani registrate nel periodo 2008-2020 si sono risolte prevalentemente a favore di Paesi europei, come il Regno Unito (cumulativamente -19mila giovani), Germania(-11mila) e Francia (-9mila). Secondo le nostre stime, oltre che per i 112mila iscritti all’Aire per espatrio, il numero globale degli italiani all’estero è cresciuto nel 2020 per effetto di oltre 78mila iscritti per nascita all’estero, 8mila acquisizioni della cittadinanza italiana dall’estero e 22mila iscrizioni per altri motivi, pervenendo così ad un numero complessivo di 5.652.080 italiani iscritti all’Aire (di cui il 48,1% è costituito da donne, il 15% da minorenni, il 64,7% da adulti tra i 18 e i 64 anni e il 20,3% da ultra 65enni).

L’impatto della pandemia, dunque, sembra essere stato in grado di invertire una linea di tendenza che anni di incentivi e altre iniziative (sia pubbliche che private) non erano riusciti a scalfire. I dati del primo anno di pandemia, infatti, vedono un leggero rallentamento dell’emigrazione dei laureati e ha tendenzialmente favorito il rientro di giovani dall’estero, ma resta difficile intravedere una reale inversione di tendenza in assenza di politiche mirate a ridurre significativamente le perdite in termini di capitale umano che l’emigrazione sottende.

A tutte queste problematiche strutturali degli immigrati italiani all’estero, si aggiungono le mancanze, da troppo tempo, di politiche organizzative e sociali a sostegno delle lavoratrici e lavoratori e delle pensionate e i pensionati all’estero – per esempio, per insufficienza del personale all’interno delle strutture diplomatiche per poter rispondere alle esigenze burocratiche, a volte anche basilari, come il rinnovo di una carta d’identità…etc., delle cittadine e cittadini italiane/i.

Crediamo che sia giunto il momento in cui lo Stato italiano e, soprattutto, i vari ministeri che hanno le competenze sul tema, smettano di ignorare la situazione e le condizioni disagiate delle italiane e degli italiani all’estero. Sicuramente serve sinergia e collaborazione tra le istituzioni democratiche private e pubbliche all’estero, ma occorre allo stesso modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità. L’INCA nel mondo e l’INCA Francia sono e saranno sempre a disposizione per provare a risolvere i problemi delle cittadine e cittadini italiane/i all’estero.