A casa, nel mondo

Martedì 15 ottobre, al Parlamento europeo, si è tenuta una conferenza dal titolo Migration and Education: humanity and rights or fences and hostility?, organizzata dal Comitato Sindacale Europeo dell’Educazione. Un’occasione di confronto tra le parti sociali sull’accesso a un’istruzione di qualità come strumento di inclusione, integrazione ed equità

« Migration and Education: humanity and rights or fences and hostility? » è il titolo dell’audizione pubblica che si è tenuta nella mattina di martedì 15 ottobre al Parlamento europeo, organizzata dal Comitato Sindacale Europeo dell’Educazione (ETUCE), insieme alla Federazione Europea dei Datori di Lavoro nell’Educazione (EFEE). La conferenza è giunta a conclusione di un progetto volto a promuovere l’inclusione sociale di giovani migranti, rifugiati e richiedenti asilo nel sistema scolastico europeo, attraverso lo studio di tre casi in Belgio, Serbia e Spagna.

Ad ospitare e presiedere l’iniziativa, l’eurodeputato S&D Pierfrancesco Majorino, che ha introdotto la conferenza ricordando come l’accesso all’istruzione per tutti, oggi, sia un tema decisivo per la costruzione di un’Europa aperta e inclusiva.

Il ruolo dell’educazione è cruciale nel garantire a tutti le stesse opportunità, ed è estremamente importante che le parti sociali agiscano insieme nel promuovere l’inclusione sociale e l’integrazione dei giovani migranti e rifugiati nei sistemi scolastici e nelle società europee. E’ fondamentale, ha proseguito l’eurodeputato, far sì che questi temi e queste istanze non rimangano inascoltate, ma al contrario indichino ai rappresentanti politici nelle istituzioni la necessità di un cambiamento di rotta deciso.

L’incontro è proseguito con gli interventi di Michael Moriarty e Christine Blower, rispettivamente Presidenti di EFEE ed ETUCE, i quali hanno entrambi sottolineato come l’educazione costituisca lo strumento chiave per eliminare le disuguaglianze, specie per i giovani migranti e rifugiati nell’Europa di oggi – e come l’accesso ad un’educazione di qualità per tutti costituisca un diritto umano fondamentale. E’ necessario battersi per lottare contro le discriminazioni e costruire scuole e, quindi, società che siano effettivamente inclusive e permettano l’integrazione sociale di tutti, ha commentato la Presidente ETUCE: “Se più persone arrivano qui da noi, dobbiamo costruire una tavola più grande, non muri più alti”.

Dunque, la scuola e l’educazione come elementi portanti nell’edificazione di un’Europa solidale e accogliente e nella promozione dei valori democratici, dell’inclusione sociale e della cittadinanza attiva – di tutti.

Durante la conferenza è stato proiettato il documentario “Education without borders” della regista Maria Royo. Il documentario, che racconta le esperienze d’inclusione di giovani migranti e rifugiati in tre comunità scolastiche in Belgio, Serbia e Spagna, testimonia la necessità di far sentire ai giovani migranti che troppo spesso si sentono guardati e percepiti come estranei nei Paesi che li accolgono, che le identità possono essere multiple. L’importanza cruciale, inoltre, di mettere le scuole e gli insegnanti europei nelle condizioni di costruire “spazi sicuri” per i giovani che arrivano in Europa e che, spesso, trovano proprio nell’ambiente scolastico il primo “punto di accesso” a quella che sarà la loro nuova casa.

La conferenza si è conclusa con uno scambio tra rappresentanti delle parti sociali e una serie di associazioni della società civile su come agire, tanto a livello locale quanto a livello europeo, per rendere i sistemi scolastici capaci di contribuire effettivamente alla costruzione di un’Europa inclusiva e solidale. Investire nell’educazione e nell’inclusione dei giovani migranti – la conclusione che ha trovato d’accordo tutti i presenti – è una delle priorità cruciali dell’Europa.

Oggi è quanto mai urgente agire insieme, a partire dal riconoscimento dei diritti, come unica strada per difendere le società europee dai sovranismi che le vorrebbero chiuse e divise e costruire invece un’Europa aperta, accogliente che garantisca l’inclusione di tutti e ne tuteli i diritti, a prescindere dalle origini o dalla lingua che si parla.

Cominciare anche dalla scuola, ci sembra un ottimo passo.

Immagine di copertina DFID – UK Department for International Development [CC BY-SA 2.0]