In un anno difficile e complesso dovuto alla pandemia, l’INCA ha aperto tre nuove permanenze a Tenerife, l’isola dell’arcipelago spagnolo, le Canarie, meta di sempre più italiani. A pochi mesi dall’apertura, l’INCA a Tenerife è già un punto di riferimento per chiunque abbia bisogno di aiuto e assistenza.
Dal 2020, l’INCA in Spagna ha aperto le sue porte anche ai concittadini residenti alle Canarie, un’apertura programmata per il mese di aprile che, per motivi legati all’emergenza SARS-COV-2, è stata posticipata ufficialmente allo scorso giugno. L’INCA ha dunque aperto tre sedi a Tenerife e, ci auguriamo, avrà presto anche una presenza fissa programmata a Gran Canaria. A Tenerife operiamo nella capitale Santa Cruz de Tenerife, al Puerto de la Cruz e a Los Cristianos: sono “punti nevralgici”, per numero di residenti italiani e anche geograficamente, per poter garantire a tutti di raggiungerci, secondo l’obiettivo sempre caro al nostro patronato della prossimità attraverso le permanenze sul territorio. Grazie all’impegno e al lavoro di INCA Spagna abbiamo potuto contare sulla collaborazione del sindacato spagnolo Comisiones Obreras che ci ha aperto le sue porte, ci ha affidato i suoi uffici e ci ha accolti come colleghi.
I servizi che offriamo ai nostri assistiti sono, da un lato, i “classici” servizi INCA nei confronti degli enti previdenziali ed assistenziali italiani (diritto e controllo pensione, controllo e rettifica delle posizioni assicurative, esistenze in vita, modelli RED, stampa di modulistica, inoltro di domande previdenziali, assistenza sui diritti che i nostri concittadini possono continuare a far valere anche risiedendo all’estero, etc.). A questi, si aggiunge tutta una serie di nuovi servizi, più specifici e vari, come l’assistenza per richieste di modelli per esenzioni e rimborsi fiscali, accesso alla sanità pubblica spagnola, rinnovo di documenti, pratiche consolari e anche per pensioni contributive o assistenziali spagnole ed estere, e – in generale, l’accesso a prestazioni e sussidi sociali locali. Tutto questo prevede, tra le altre cose, un nostro intervento ed un lavoro d’interazione ed intermediazione anche con gli enti previdenziali ed assistenziali locali, così come con la realtà consolare. A Tenerife, attualmente, due operatrici gestiscono l’utenza, operando prevalentemente per aree e “macro-competenze” ma sempre in sinergia e con il supporto e l’appoggio continuo della sede centrale dell’INCA Spagna.
Le richieste, che ci provengono tramite diversi canali (in presenza su appuntamento – nel rispetto delle norme sanitarie, mail, messaggi Whatsapp…) ci trovano sempre disponibili e ci permettono di gestire situazioni anche a distanza – per i concittadini che risiedono nelle altre isole dell’arcipelago e oggi, a maggior ragione, nella nuova situazione determinata dalla pandemia. Ad oggi, dopo soli 4 mesi di apertura, sono già centinaia le persone che si sono rivolte ai nostri uffici e che stiamo assistendo. Le persone ci conoscono e si affidano a noi per tutte le problematiche cui si trovano a far fronte e, sempre più spesso, indirizzano a noi conoscenti o amici affinché possiamo aiutare anche loro: avendo aperto da così poco tempo e in una situazione socialmente e sanitariamente difficile, ci sembra un risultato importante e speriamo di riuscire ad assistere sempre più persone, affinché chiunque ne abbia bisogno possa far riferimento al Patronato INCA con fiducia.
La ragione dell’apertura a Tenerife e alle Canarie è ampiamente giustificata dal numero elevato dei concittadini residenti, numeri “importanti”: a Tenerife i cittadini italiani residenti sono circa 25.000 (più o meno il 10% di tutti i residenti stranieri); a Gran Canaria i cittadini italiani residenti sono circa 7.500 (10% dei residenti stranieri); a Lanzarote, circa 3.000 (7% dei residenti stranieri); a Fuerteventura, circa 6.500 (17% dei residenti stranieri). Nutrite anche le comunità italiane nelle isole minori: La Gomera, circa 150 (4%); La Palma, circa 500 (3%); El Hierro, circa 100 (3%). E non dobbiamo dimenticare i concittadini che dimorano qui per diversi mesi all’anno, come “turismo stanziale”, che però per un motivo o per un altro possono comunque avere bisogno del nostro aiuto.
L’emigrazione nelle Canarie ha una prevalenza di pensionati che cercano il sole, una vita tranquilla e condizioni più favorevoli rispetto all’Italia, ma non mancano i nuclei familiari più giovani con figli minori in cerca di nuove prospettive sociali, culturali e di lavoro o giovani che si avvicinano alle isole per motivi di studio e poi decidono di stabilirsi qui definitivamente, complici anche la somiglianza culturale e linguistica e l’apertura mentale e la cultura di accoglienza tipica della gente di queste isole. Essendo isole in cui le attività lavorative sono prettamente legate al turismo e ai suoi indotti, vediamo spesso una migrazione di addetti alla ristorazione, di artisti e di lavoratori con esperienza previa nel turismo, ma non mancano lavoratori provenienti da tutti i settori (dall’edilizia alla sanità).
Bisogna spendere comunque due parole sulla cultura dell’accoglienza del popolo canario. Nonostante le limitazioni di vivere su un’isola in mezzo all’oceano, qui la gente è cordiale, disponibile, gentile e molto tollerante: venendo dalle grandi città del Nord Italia, sembra di fare un tuffo indietro nel tempo dal punto di vista della socialità – almeno quella conosciuta in tempi di “vecchia normalità”, che oggi fortemente aneliamo. La situazione attuale è preoccupante anche dal punto di vista economico: la chiusura delle frontiere prima e le chiusure dovute alle misure sanitarie e di sicurezza ora, non agevolano il turismo, con gravi ripercussioni in tutti i settori socioeconomici (prima ne risentono gli addetti al turismo, ma a catena ne risentono negozi e servizi…). Ma questo scenario, al momento, è tristemente comune a molte nazioni.
A gennaio 2020, gli italiani attivi a livello lavorativo sul territorio Canario erano 12.659 come dipendenti e 6.162 come autonomi; ora la situazione è sicuramente diversa. Sempre più spesso veniamo contattate da persone che hanno perso il lavoro e a cui sono terminati i sussidi di disoccupazione e gli aiuti vari, persone che spesso non sanno come più pagare l’affitto né come mantenersi e che si rivolgono a noi per capire che cosa possono fare. Con la speranza – anzi, in attesa che le amministrazioni e i governi qui e altrove riescano a fornire le necessarie tutele ai cittadini e ai lavoratori che più le necessitano, qui all’INCA Tenerife il nostro lavoro di aiuto e assistenza per chiunque possa averne bisogno non si ferma: anzi è -letteralmente- appena iniziato.