A casa, nel mondo

Nell’ambito delle iniziative dell’INCA CGIL sulle politiche delle Migrazioni e Mobilità Internazionali, abbiamo deciso di accogliere un’altra sfida e fare una nuova “scommessa”: sul nostro futuro e, sicuramente, su quello della nostra società.

Martedì 14 novembre, infatti, abbiamo presentato il Progetto “FORM@”.

A presentarlo, insieme ai Presidenti dei Patronati del CePa, erano presenti la dottoressa Esposito (Direttrice Generale “Immigrazione e Politiche di Integrazione” del Ministero del lavoro), la dottoressa Rosa (Viceprefetto Autorità Responsabile FAMI del Ministero dell’Interno) e il dottor Del Federico (in rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale).

FORM@ è un progetto che ha l’obiettivo di qualificare e facilitare i percorsi di ricongiungimento familiare attraverso la formazione “pre-partenza”, mettendo a disposizione dei beneficiari (i familiari di chi, straniero in Italia, chiede un “ricongiungimento familiare”) un sistema di servizi integrati. In particolare rispetto alla conoscenza della lingua, l’educazione civica e lo studio del patrimonio culturale e valoriale dell’Italia. Un percorso di formazione, dunque, a disposizione di chi sta per venire in Italia: formazione ed assistenza fornite in loco, nel Paese di origine, prima di giungere nel nostro.

Già guardando le caratteristiche strutturali del progetto, se ne capisce facilmente l’importanza e la portata: a dargli vita sono infatti i quattro Patronati CePa (INCA, INAS, ITAL e Patronato ACLI) -con l’INCA come soggetto capofila-, in partenariato con l’ASSOCIAZIONE NUOVA GENERAZIONE ITALO-CINESE, l’ANOLF, UNIRAMA S.A.S. e l’INTERNATIONAL LANGUAGE SCHOOL. FORM@ è finanziato dal “Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione”, che vede il Ministero dell’Interno nelle veste di autorità responsabile e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nella veste di autorità delegata. A ciò si aggiunge il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha sensibilizzato alla collaborazione la rete diplomatica e consolare del nostro Paese negli Stati estri coinvolti dal progetto.

Un progetto destinato dunque alla formazione di figli, coniugi, genitori dei cittadini stranieri residenti in Italia che hanno effettuato richiesta di ricongiungimento da ben dieci Paesi non appartenenti all’Unione Europea: Albania, Cina, Egitto, Ecuador, Marocco, Moldavia, Perù, Senegal, Tunisia e Ucraina.

In questi dieci Paesi, nell’arco di tempo cha va da qui al marzo 2019, saranno “formate” oltre 5400 persone; saranno attivi all’estero 20 centri di servizio e saranno coinvolti, nella parte di avvio del contatto, i 2800 sportelli dei Patronati CePa presenti in Italia.

Il “meccanismo” di funzionamento parte proprio dal coinvolgimento di tutti i familiari: non solo di coloro in procinto di partire, ma anche del richiedente. Infatti, dal momento in cui un cittadino straniero (appartenente ad uno dei dieci Paesi coinvolti) si rivolge in Italia in un qualsiasi sportello di uno dei Patronati CePa, questi sarà responsabilizzato –tramite la sottoscrizione di un “patto di servizio”- affinché coinvolga la propria famiglia, la informi e diventi il tramite per coinvolgerli nei percorsi di formazione che sarà somministrato loro in loco.

A quel punto ci sarà un invio telematico dall’Italia alle strutture locali di tutti i dati necessari affinché le varie strutture “prendano in carico” i familiari del richiedente e possa cominciare il percorso di formazione, cuore del progetto.

Ai familiari verranno infatti somministrati corsi base di lingua italiana sia in presenza presso le sedi dei Patronati nei Paesi di origine, sia a distanza con tecniche specifiche a seconda della lingua madre, basate su un’applicazione per dispositivi mobili a loro disposizione.

Oltre alla lingua e’ prevista una formazione di carattere civico-culturale, affinché conoscano l’identità, la cultura e i valori del nostro Paese, basata su quattro grandi aree: la Costituzione Italiana, i Diritti delle Donne e della Famiglia, i Diritti dei Lavoratori e delle Lavoratrici, i Diritti dei Minori,  Diritti e Doveri degli stranieri per la permanenza in Italia e UE.

I momenti formativi saranno organizzati secondo varie modalità: in presenza, a distanza, tramite applicazione per smartphone (affinché possa continuare nel tempo anche dopo la “scadenza” del progetto e costituire uno strumento di approfondimento in autonomia della lingua); in alcune realtà locali, è addirittura prevista la possibilità di “formazione a domicilio”.

 

Naturalmente tutto ciò è preceduto da un altro momento formativo, già avviato: quello per il personale dei Patronati e delle associazioni partner che animano questo progetto, affinché affinino non solo le proprie competenze, ma anche le più adeguate modalità di approccio ai destinatari del progetto.

Ai destinatari stessi, infine, verrà rilasciato materiale informativo di carattere civico-linguistico con strumenti multicanale e multilivello, con particolare riferimento alle procedure di richiesta del visto, alla normativa generale del nostro paese, ai valori che orientano i comportamenti nel nostro Paese.

Questo, in estrema sintesi, è e sarà FORM@.

Una scommessa, dicevamo, che abbiamo fortemente voluto accettare come Patronati, assumendocene come INCA CGIL l’onere e l’onore di essere il capofila, il soggetto “regista” e principalmente responsabile della sua attuazione e gestione.

Riteniamo sia evidente che la forza di questo progetto è innanzitutto nella straordinaria rete che ha saputo mettere in campo: e sarà, soprattutto, nella capacità di far funzionare questa rete, alimentarla, saperla far crescere. E non solo, come si dice spesso, per un mero “scambio di buone pratiche”; e non solo per le oltre 5400 persone che ne godranno i benefici.

Questa rete potrebbe creare un modello di interazione tra vari Enti e Istituzioni (Ministeri, Patronati, Sedi Diplomatiche e Consolari, Associazioni locali…) volto fondamentalmente a strutturare un approccio al tema dell’immigrazione basato sui principi di accoglienza e integrazione.

Principi non solo enunciati, ma praticati attraverso la concreta preparazione di chi sta per giungere in Italia, con una formazione fornita già nel proprio Paese prima di partire, affinché chi arriva non solo conosca già alcuni elementi del nostro Paese, ma abbia gli strumenti iniziali per orientarsi correttamente nella strada per divenirne un cittadino consapevole. Consapevole di cosa è l’Italia, della sua lingua, dei suoi valori, dei suoi principi; e consapevole di sé e dei propri diritti, come cittadino ed eventualmente come lavoratore.

Dunque una sfida, faticosa e però esaltante, che “costringe” i patronati a giocare un ruolo ancora più attivo nell’assistenza ai cittadini stranieri, aprendo frontiere fino ad ora inesplorate di tutela e di orientamento –anche di propria riorganizzazione.

Una sfida che però non potevamo non accettare: perché l’INCA CGIL, davanti ai grandi temi delle migrazioni e della mobilità internazionale, non ha certo mai scelto di tirarsi indietro, di assecondare chi reagisce con paura, di lasciare il campo a chi –sfruttando problemi e disagi- cerca di trasformare la nostra società con reazioni di chiusura, di xenofobia e anche di razzismo.

Così come abbiamo sempre assistito le nostre comunità italiane all’estero (e come continuiamo a farlo, vista l’impressionante crescita della nostre emigrazione), con gli stessi principi e valori ed approcci vogliamo tutelare chi arriva da noi: promuovendone l’integrazione nel nuovo Paese di destinazione.

Perché, in fin dei conti, il Progetto FORM@ è proprio questo: una grande scommessa sull’integrazione.

 

Per tutte le informazioni, vai sul sito del progetto FORM@