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Regimi pensionistici per gli addetti a lavori usuranti: presentazione di uno studio dell’European Social Policy Network

Itaca ha partecipato alla presentazione di un rapporto redatto dall’European Social Policy Network (ESPN) dal titolo Retirement regimes for workers in arduous or hazardous jobs (regimi pensionistici per addetti a lavori faticosi o rischiosi).

L’incontro, svoltosi a Bruxelles nei locali dell’Istituto sindacale europeo (ETUI), è stato organizzato da quest’ultimo in collaborazione con l’Osservatorio Sociale Europeo (OSE).

Il rapporto è stato presentato da Bart Vanhercke, direttore dell’OSE. Gli ospiti, una rappresentante del sindacato belga FGTB, una rappresentante dell’organizzazione di rappresentanza delle imprese belga FEB ed un funzionario della DG Occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione europea, sono stati invitati ad esprimere il proprio punto di vista sul tema, al fine di aprire un confronto a livello europeo sulla questione delle condizioni previdenziali (regimi pensionistici in primis), per i lavoratori addetti ad impieghi usuranti.

Lo studio propone un’analisi delle politiche pensionistiche per lavoratori a rischio in 35 paesi europei e fornisce una panoramica delle varie linee politiche esistenti nei suddetti paesi e delle misure finora adottate, attraverso una classificazione dei differenti approcci.

Vale la pena sottolineare, in premessa generale, come lo stesso direttore dell’OSE abbia riconosciuto una preoccupante mancanza di dati disponibili, che invece si rendono estremamente necessari ai fini di una migliore identificazione dei lavoratori in questione e dei loro bisogni.

Occorre cominciare innanzitutto con una definizione univoca e omogenea: chi sono e quanti sono i lavoratori addetti a lavori usuranti? Un rapporto della Confederazione europea dei sindacati descrive come lavori “faticosi” o “rischiosi” quelle “attività che implicano l’esposizione del lavoratore per un periodo di tempo ad uno o più fattori che determinano situazioni professionali suscettibili di provocare effetti di lunga durata ed irreversibili sulla sua salute”.

Stando ai risultati della ricerca, se in molti paesi i lavoratori addetti ad attività usuranti beneficiano di un pieno riconoscimento legale che si è tradotto nella formulazione di misure e politiche specifiche volte a regolare e tutelare la loro condizione, alcuni tra i paesi oggetto di studio ad oggi non riconoscono tale categoria di lavoratori. In termini quantitativi, il numero di tali lavoratori rappresenta una proporzione decisamente piccola della forza lavoro complessiva nei paesi considerati, oscillante tra l’1% ed il 4% per l’anno 2015-2016. Per lo stesso periodo, il numero dei pensionati ex lavoratori addetti ad attività usuranti si situa tra il 5% e l’8% del totale.

In vari paesi europei, i lavoratori impiegati in attività riconosciute come “faticose” o “ rischiose” sembrano beneficiare di regimi previdenziali più favorevoli, che includono, ad esempio, la maturazione di benefici più vantaggiosi o l’accesso al pensionamento prima del raggiungimento dell’età pensionabile. Tuttavia, recentemente, in molti paesi europei si è assistito all’allungamento della vita lavorativa ed all’innalzamento dell’età pensionabile, a fronte di un parallelo invecchiamento della popolazione ed un inasprimento dei vincoli fiscali. Un’attenzione sempre maggiore viene dunque data alla ricerca di soluzioni alternative al pensionamento anticipato, anche nel caso dei lavoratori impiegati in attività usuranti.

Lo studio condotto dall’ESPN è focalizzato su due questioni fondamentali:

  1. Come i governi dei paesi oggetto della ricerca riescano a mantenere un equilibrio tra la tendenza al prolungamento della vita lavorativa e l’esigenza di facilitare l’uscita dal mercato del lavoro per i lavoratori addetti ad attività usuranti;
  2. Come tale equilibrio sia stato modificato da una serie di recenti riforme.

Dai risultati della ricerca si conferma che anche la regolamentazione delle condizioni previdenziali e pensionistiche per i lavoratori impiegati in attività usuranti è caratterizzata da una forte disomogeneità tra i vari paesi europei; nonostante le norme europee di coordinamento delle politiche sociali, differenze significative si riscontrano non solo nei differenti regimi pensionistici applicati, ma nella stessa individuazione dei criteri che, paese per paese, definiscono tale categoria.

Il rapporto dell’ESPN e altri approfondimenti sul tema si possono trovare sul sito della Commissione Europea.