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Giovedì 07 ottobre 2021, l’INCA Germania accoglie il nuovo Presidente Franco Martini e apre una nuova sede a Berlino

È stata una giornata di importanti novità quella di giovedì 07 ottobre 2021, per l’INCA in Germania.

Nel primo pomeriggio, l’assemblea dei soci ha nominato nuovo Presidente dell’INCA Germania Franco Martini, attualmente Presidente del Direttivo Nazionale della CGIL. Presenti alla nomina, il Presidente dell’INCA CGIL Michele Pagliaro, Emanuele Galossi (Coordinamento Area Migrazioni e Mobilità Internazionali INCA Nazionale), Andrea Malpassi (Coordinamento Area Migrazioni e Mobilità Internazionali INCA Nazionale e Presidente di ITACA) e Carlo Ghezzi, Vicepresidente dell’ANPI Nazionale e Presidente uscente dell’INCA Germania, che lascia il suo incarico dopo sette anni.

“Lascio una struttura impegnata ed efficiente, capace di sviluppare grandi rapporti in un territorio come quello della Germania e con un sindacato importante come il DGB”, così ha salutato Carlo Ghezzi, unendosi al Presidente INCA CGIL Michele Pagliaro nell’augurare buon lavoro al nuovo Presidente Franco Martini. “Sarà una sfida ancora più impegnativa: il nostro compito è quello di estendere la funzione di tutela dell’INCA in un mondo del lavoro che, in tutta Europa e in particolar modo in Germania, è sempre più articolato e con forme di lavoro sempre più precarie”, ha dichiarato Franco Martini. “In questo senso, la nostra collaborazione con la DGB costituisce un contributo importante per tutto il sindacato, non solo in Germania ma anche in Italia”.

Per la nomina del nuovo Presidente Martini, l’assemblea dei soci INCA Germania si è riunita nella sede nazionale della DGB, il sindacato tedesco con cui da trentacinque anni la CGIL e l’INCA in Germania hanno avviato una salda relazione di reciproca solidarietà, collaborando quotidianamente sulla base di interessi comuni e nella realizzazione dell’uguaglianza di trattamento e di diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori – italiani e stranieri, sul suolo tedesco.

Nella stessa giornata, alle 18.00, è stata inaugurata ufficialmente la nuova sede dell’INCA Germania a Berlino (Hermann-Blankenstein-Str.32, – 10249 – tel. +49 30 30399510).

Con l’apertura del nuovo ufficio a Berlino, salgono così a undici le sedi INCA in Germania. Il primo ufficio di Francoforte era stato aperto negli anni ’60: in quegli anni, gli accordi bilaterali stipulati tra Italia e Germania per il reclutamento di forza lavoro, insieme alla progressiva entrata in vigore della libera circolazione dei lavoratori all’interno della Comunità economica europea, avevano fatto della Germania una delle mete principali dell’emigrazione italiana.

A distanza di sessant’anni, la Germania ritorna ad essere il primo Paese europeo d’emigrazione italiana, seconda nel mondo solo all’Argentina: con oltre 785.000 residenti al 2020, la Germania accoglie quasi il 15% degli oltre 5,5 milioni di italiane e italiani ad oggi ufficialmente residenti all’estero. È diversa, certo -e di molto- l’emigrazione italiana di oggi rispetto a quella di allora: sono diverse le sue forme, i suoi percorsi e le sue manifestazioni, che sono divenute più complesse e spesso meno “lineari” di quanto non fossero mezzo secolo fa. Ciò che non è cambiato è che ancora oggi, ogni anno, centinaia di migliaia di persone -giovani e meno giovani- continuano o ricominciano a emigrare, portando con sé nuovi bisogni di tutela, aiuto e assistenza: e l’INCA, ancora e a maggior ragione oggi, è presente per accogliere e rispondere al meglio a questi bisogni.

In Germania, da oggi, lo sarà anche a Berlino dove, grazie alla collaborazione con ITACA, verrà avviata una serie di nuovi servizi e nuove attività anche specificamente dedicate alla “Nuova Emigrazione”.
“Berlino è una grandissima città metropolitana della Germania, sono oltre 50.000 i cittadini italiani residenti e molti di questi sono giovani” – ha ricordato Michele Pagliaro. “Vogliamo così proseguire la tradizione dell’INCA, che è quella straordinaria di emancipazione delle persone nell’intreccio della tutela individuale con quella collettiva”.