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“Tchitcho”, quando gli emigranti eravamo (e siamo) noi

Redazione

Giovedì 18 e venerdì 19 aprile a Bruxelles la compagnia teatrale belga “La Nebuleuse” presenta la prima di “Tchitcho”, uno spettacolo sull’immigrazione italiana in Belgio. ITACA e l’INCA Belgio sono tra i sostenitori del progetto

“In francese Tchitcho si pronuncia come Ciccio in italiano. In Belgio Tchitcho viene usato, anche in maniera a volte dispregiativa, per chiamare tutti gli emigranti italiani ed i loro discendenti, che ormai fanno parte di una nazione nella quale si sentono integrati e che vivono nel ricordo di un Bel Paese tramandato da cliché e immagini romantiche.
Ma non è sempre questa la realtà.

Tchitcho è uno spettacolo che parla dell’emigrazione italiana, del meticciato e dello sradicamento. Uno spettacolo pieno di humor, calore, melanconia e generosità. Uno spettacolo che partendo dagli stereotipi vuole rompere l’immagine di una fantomatica italianità, buttandosi a capo fitto nella salsa al pomodoro e nelle canzoni popolari. Uno spettacolo che attraversa la storia di quattro generazioni tra considerazioni intime e riflessioni sociali”.

Tchicho, progetto della compagnia belga La nebuleuse e realizzato a cavallo tra il Belgio e l’Italia tra il 2018 e il 2019, è una nuova creazione teatrale, un lavoro che sviluppa i temi dello sradicamento e della percezione del proprio Paese d’origine, spesso luogo di fantasie e immagini lontane dalla realtà. Obiettivo del progetto è quello di esplorare e provare a mettere in scena l’emigrazione italiana in Belgio, attraverso il racconto, la percezione e il vissuto in prima persona di un gruppo di giovani di terza generazione.

Appartenenza, radici, percezione di sé e dell’altro, senso di comunità e identità: queste sono solo alcune delle questioni profonde legate al processo migratorio e d’integrazione in un Paese “che non è il proprio” e che Tchitcho vuole affrontare.

“Con il nostro progetto”, dice Lisa Tonelli, giovane belga di origini italiane e realizzatrice dello spettacolo, “desideriamo mettere le comunità ed i cittadini provenienti dall’emigrazione italiana al centro del nostro lavoro. Infatti il progetto si basa su delle interviste, degli incontri e dei dialoghi con persone di origini italiane dai 7 agli 80 anni, dalla prima alla terza generazione.

Io sono di origine italiana, nata a Charleroi, “le fantasme” dell’Italia che mi sono costruita da bambina costituisce il primo impulso del progetto. Di fatto cosa c’è ancora in me delle mie origini italiane dopo 3 generazioni, dopo che i miei nonni si sono sistemati in Belgio? Ecco, mi sento come una “specie ibrida”, facente parte di un gruppo speciale , né interamente di qui, né interamente di là, risultato di parecchi anni di « meticciato ». Cosa fare di queste origini? Di questa storia? Del sentimento di appartenenza? Della curiosità e della fantasia di una Italia lontana?”.

Non sono forse domande, queste, che accomunano un po’ tutti noi migranti, a prescindere dal nostro Paese di origine, dal nostro percorso, dalla nostra “generazione” migratoria, e dal nostro nuovo Paese di accoglienza?

Accanto allo spettacolo, Lisa e gli altri ragazzi della compagnia La nebuleuse, portano avanti incontri e laboratori teatrali con gruppi di adulti e di bambini, con lo scopo di sollevare e indagare collettivamente e attraverso un processo creativo le questioni legate alla nozione di identità, creando occasioni d’incontro e di confronto che fungano da “ponte” tra i cittadini e le comunità di origini italiane e i cittadini belgi, oltre che tra generazioni.

Il progetto è tuttora in divenire e si arricchirà di un calendario di programmazione in Belgio che sarà definito nei prossimi mesi.

La prima di Tchitcho si terrà giovedì 18 e venerdì 19 aprile a L’Armillaire, Centro culturale del Comune di Jette, a Bruxelles, alle 20.30.

Per informazioni e prenotazioni contattare La nebuleuse: lanebuleuseasbl@gmail.com oppure visitare la pagina Facebook Tchitcho.

Qui anche l’evento Facebook della prima teatrale.