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Il 2 Ottobre, a Bruxelles, ITACA ha partecipato alla serata organizzata da Médecins sans Frontières Belgique e Geopolis, dal titolo “Photographie des réfugiés: INFO ou INTOX?”.
Nell’ambito del suo lavoro di ricerca e approfondimento sui temi della mobilità e delle migrazioni internazionali, ITACA ha partecipato all’iniziativa organizzata da Médécins sans Frontières Belgique (MSF) e Geopolis “Photographie des réfugiés: INFO ou INTOX?”. La serata, ricca d’interventi, è stata l’occasione di approfondire la delicata questione del “racconto” del fenomeno migratorio attraverso le immagini, come punto di partenza per una riflessione più ampia e condivisa sulle difficili condizioni di vita in cui versano i migranti che riescono a raggiungere le coste europee e su come veicolare messaggi di sensibilizzazione anche rispetto alla dimensione umana della migrazione.
L’obiettivo dell’evento, che si è svolto al caffè “De Markten”, nel centro di Bruxelles, era quindi quello di discutere sul tema delle fotografie circolanti online e sui giornali che ritraggono, attraverso immagini spesso scioccanti, le condizioni dei migranti che sbarcano in Europa. Una tematica particolarmente attuale, alla luce della “crisi migratoria e umanitaria” che sta affliggendo l’Europa intera.
Ad aprire la serata, la testimonianza di Sinawe Medine, che ha raccontato la propria esperienza di profugo eritreo e ha spiegato al pubblico in sala perché ha deciso di intraprendere la carriera di fotografo indipendente. Attraverso la proiezione delle foto da lui stesso scattate ai migranti soccorsi nel Mediterraneo, ha raccontato di voler dare voce a coloro che perdono la vita in mare per fuggire a delle condizioni di vita insostenibili, “pour donner la parole à travers les immages”.
Il fotografo ha inoltre definito il mare come un vero pericolo, proprio per le avversità che i migranti incontrano quando decidono di salire sulle imbarcazioni a qualunque prezzo, rischiando la vita per un futuro migliore. Le foto sono allora uno strumento per veicolare un messaggio di sensibilizzazione di tutti i cittadini rispetto ad un mondo che pare lontano, ma che in realtà non lo è affatto.
L’incontro è proseguito con un intervento di Alessandro Sicari, esperto di comunicazione presso MSF, che si è soffermato sulla foto, divenuta virale, del piccolo profugo siriano annegato nell’ottobre del 2015 e ritrovato senza vita davanti alla spiaggia di Bodrum, in Turchia, portato a riva dalle onde del mare. La riflessione di Sicari ha quindi ruotato attorno al “dilemma etico” in merito alla pubblicazione o meno di questo genere di contenuti “forti”, “impressionanti”, per descrivere anche attraverso le immagini la potenza devastante di simili tragedie umane.
Come sottolineato più avanti da Sicari, il pericolo maggiore è dato dalla circolazione di “fake news”, che attribuiscono interpretazioni distorte alle fotografie, alimentando così stereotipi, pregiudizi e razzismo. A questo, ha concluso Sicari, si unisce la preoccupazione che la costante visione di immagini di migranti, annegati in mare o in fin di vita sulle imbarcazioni, costretti e ammassati gli uni sugli altri, possa condurre ad una “normalizzazione” della morte piuttosto che alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Ha contribuito al dibattito anche la giornalista di “Le Soir” Lorraine Kihl, la quale ha ribadito più volte la necessità di contestualizzazione delle fotografie che vengono pubblicate, al fine di non lasciare spazio a interpretazioni distorte, faziose o fuorvianti.
Sebbene sia impossibile impedire la pubblicazione di false notizie sul tema delle migrazioni, tutti e tre gli ospiti hanno convenuto sulla necessità di continuare nello sforzo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica attraverso fotografie che mostrino sia gli aspetti negativi che quelli positivi del fenomeno migratorio.
ITACA, nell’ambito di una riflessione ampia sulla “comunicazione” – intesa come racconto e condivisione – del tema migratorio, concorda pienamente sulla necessità e l’utilità di simili occasioni di incontro, confronto e dialogo tra organizzazioni e associazioni che, come la nostra o MSF, lavorano quotidianamente per promuovere i pieni diritti dei cittadini e delle cittadine migranti, ovunque nel mondo.
L’avanzare diffuso di movimenti e di politiche razziste e discriminatorie in tutta Europa e nel mondo dà continuamente vita a nuove spirali di pregiudizi e falsi miti sul tema delle migrazioni, alimentati dalla crescente percezione dell'”emergenza migranti” come capro espiatorio di tutti i problemi e di tutte le paure del “mondo occidentale”. Creare occasioni di confronto in cui ragionare insieme su come spezzare questo meccanismo – anche, perché no, a partire da una riflessione sull’utilizzo delle immagini come strumento di sensibilizzazione, ci appare come uno dei tanti possibili punti di partenza per ristabilire un equilibrio tra percezione e realtà: una realtà fatta di esseri umani, uomini e donne, che lottano e rischiano quotidianamente perché venga loro garantita l’opportunità di una vita migliore.
Per approfondimenti, è possibile trovare il video dell’evento sulla pagina Facebook di MSF Belgique
Immagine in evidenza: Medici Sensa Frontiere
Immagine da Flickr
[Version en français]
“Photographie de réfugiés : INFO ou INTOX ?”. Rencontre avec MSF à Bruxelles
Le 2 Octobre à Bruxelles, ITACA a participé à la soirée organisée par Médecins sans Frontières Belgique et Geopolis, « Photographie de réfugiés : INFO ou INTOX ? »
Dans le cadre de son travail de recherche et approfondissement sur les thématiques de la mobilité et des migrations internationales, ITACA a participé à l’initiative organisée par Médecins sans Frontières Belgique et Geopolis “Photographie des réfugiés : INFO ou INTOX ?”.
La soirée, enrichie par nombreuses interventions, a été une occasion pour approfondir la délicate question du « récit migratoire » à partir des images, comme point de départ d’une réflexion plus large et partagée sur les mauvaises conditions de vie des migrants qui arrivent à atteindre les côtes européennes ainsi que sur les moyens de promouvoir un message de sensibilisation autour de la dimension humaine de la migration.
Le but de l’événement, qui a eu lieu au café « De Markten » dans le centre de Bruxelles, était donc celui d’aborder le thème de l’utilisation d’images, sur le web et dans la presse, pour narrer les conditions des migrants qui débarquent en Europe, à travers des images souvent choquantes. Il s’agit d’une thématique particulièrement d’actualité, si l’on considère l’état actuel du débat autour de la « crise migratoire et humanitaire » qui frappe l’Europe entière.
La soirée a commencé avec le témoignage de Sinawe Medine, qui a raconté son expérience de refugié Erythréen, en expliquant au public en salle sa decision d’entreprendre une carrière de photographe indépendant. À travers ses photos des migrants sauvés en Méditerranée, il a affirmé de vouloir donner la parole à ceux qui perdent la vie en mer pour échapper à des conditions de vie misérables.
Le photographe a en outre définit la mer comme un danger réel, précisément pour les adversités que les migrants rencontrent au moment où ils décident de tenter la traversée en bateaux à n’importe quel prix, en risquant leur vie dans l’espoir d’un avenri meilleur. Les photos deviennent, alors, un moyen pour véhiculer un message de sensibilisation des citoyens vers un monde qui semble loin, mais qui en réalité ne l’est pas.
On a continué la rencontre avec l’intervention de Alessandro Sicari, expert de communication chez MSF, qui a commenté la photo, qui s’est propagée sur Internet est sur les réseaux sociaux, du petit réfugié syrien qui s’est noyé en Octobre 2015 et a été retrouvé mort sur la plage de Bodrum, en Turquie. Sicari a donc posé des questions autour du « dilemme éthique » concernant la publication de ce genre de contenus « forts », « impressionnants », afin de décrire à travers des images l’effet dévastateur de ces tragédies humaines.
Le danger majeur, a souligné Sicari, est donné par la diffusion sur les réseaux sociaux de « fake news », qui attachent aux photos des interprétations déformées qui causent à leur tour stéréotypes, aux préjudices et au racisme. Sicari a conclu qu’à cette situation il s’ajoute la préoccupation qu’une vision continue d’images des migrants, noyés en mer ou en fin de vie sur les bateaux, contraints les uns sur les autres, puisse conduire à une « normalisation » de la mort, plutôt qu’à la sensibilisation de l’opinion publique.
La journaliste de « Le Soir » Lorraine Kihl a donné aussi sa contribution au débat. Elle a plusieurs fois réitéré qu’il est nécessaire de contextualiser les photos que l’on publie, afin de ne pas laisser place à des interprétations fausses, tendancieuses ou trompeuses.
S’il est malheureusement impossible d’empêcher la publication des fausses nouvelles sur la thématique de la migration, toutefois, tous les trois intervenants ont convenus sur la nécessité de poursuivre dans les efforts de sensibilisation de l’opinion publique, à travers des photos qui montrent si bien les aspects négatifs que les cotés positifs du phénomène migratoire.
ITACA, dans le cadre d’une réflexion plus large sur la « communication » – tant dans le sens de divulgation que d’information – autour de la migration, concorde sur la nécessite et l’utilité d’occasions de rencontre, partage et dialogue entre organisations et associations (comme par exemple la nôtre ou MSF), qui travaillent quotidiennement pour promouvoir les droits des citoyens migrants, partout dans le monde.
La montée des mouvements et des politiques racistes et discriminatoires en Europe et dans le monde, créent de manière continue de nouveaux prétextes pour construire préjudices et faux mythes sur les migrations, alimentés par la perception croissante d’une « urgence migrantoire », qui devient le bouc émissaire de tous les problèmes et de toutes les peurs du « monde occidental ».
Nous sommes convaincus que grâce à la création d’occasions d’échange pour réfléchir ensemble à la manière de briser cette dynamique – même à partir d’une réflexion sur l’utilisation des images comme outil de sensibilisation – il est possible de rétablir un équilibre entre perception et réalité : une réalité faite d’êtres humains, hommes et femmes, qui luttent et risquent tous les jours à la recherche d’une vie meilleure.
Pour en savoir plus, la vidéo de la soirée est disponible sur la page Facebook de MSF Belgique
Image de couverture : Médecins Sans Frontières
Image : Flickr