A casa, nel mondo

ITACA lancia il concerto COLOURS a Londra

Redazione
27 Febbraio 2019

Nell’ambito di una serie di iniziative  socio-culturali rivolte alle comunità italiane e, più in generale, a tutte le comunità migranti all’estero, il 6 marzo 2019, a Londra, ITACA  promuoverà il concerto COLOURS, durante il quale il compositore Dimitri Scarlato presenterà la sua nuova omonima opera. Il concerto si terrà alle 19:00 al The Crypt on the Green di Saint James, e i biglietti sono disponibili attraverso Eventbrite.

Ci siamo incontrati con Scarlato per parlare di COLOURS.

 

Da cosa è partita l’ispirazione per questo progetto?

Circa dieci anni fa decisi di dedicarmi ad un progetto che fosse interamente mio. Per anni ho lavorato come compositore per film, teatro, danza, o come arrangiatore/orchestratore per altri. Volevo fare qualcosa di mio e cercavo un tema che potesse unificare un progetto, e scelsi i colori. Dopodiché pensai ad una formazione che comprendesse alcuni degli strumenti che amo di più, pianoforte, violoncello e fisarmonica. Nonostante musicalmente COLOURS richiami ad artisti come Yann Tiersen o Max Richter, volevo far sì che fin dalla scelta degli strumenti potesse rispecchiare la mia individualità artistica.

 

Come mai è passato tutto questo tempo per il completamento di COLOURS?

Feci un demo con tre tracce  – blue, brown and yellow – ma poi accantonai il progetto per concentrarmi sul trovare lavoro. Nel frattempo ho lavorato a molti progetti interessanti, come il film Youth di Paolo Sorrentino, dove sono stato il coach musicale di direzione d’orchestra di Michael Caine.

Ho anche avuto la fortuna di avere due opere musicali prodotte e messe in scena a Roma oltre ad aver collaborato a vari progetti cinematografici. Ma verso la fine del 2016 ho deciso di ri-focalizzare l’attenzione sui miei progetti, ed il primo che ho ripreso in mano è stato COLOURS, che ho sperimentato dal vivo per la prima volta nel luglio del 2017.

Ed ora farai il lancio della distribuzione di COLOURS con un concerto a Londra al The Crypt on the Green il 6 marzo. Cosa è cambiato dalla prima volta che lo hai eseguito?

Ho apportato alcune modifiche ad alcune tracce, e soprattutto credo di aver collegato meglio il passaggio dalla musica pre-registrata, dove ascoltiamo le poesie su ogni colore di Laura-Jane Foley, e noi che suoniamo dal vivo. Il concerto è un passaggio ininterrotto da un colore all’altro, senza interruzione.

 

Puoi dirci di più sull’uso che hai fatto delle poesie?

Il progetto inizialmente voleva includere dei video, ma la difficoltà (e le spese) nel realizzare questa cosa mi hanno costretto a cambiare idea, almeno per ora. Però era forte in me la volontà di inserire un’altra arte in questo progetto, per cui mi rivolsi ad una scrittrice con cui mi ero conosciuto durante una residency al Royal Opera House, Laura-Jane Foley, e lei ha accettato con entusiasmo di collaborare. Credo che le poesie contribuiscano al fluire del concerto, ad immedesimarsi in un viaggio.

 

E riguardo ai musicisti?

I musicisti non sono dei semplici professionisti che partecipano ad un lavoro, sono persone che hanno condiviso quasi fin dall’inizio tutta la genesi del progetto, ed hanno dedicato molte energie perché amano questa iniziativa. Oltre al suonare assieme, ci accomuna il percorso che molti di noi artisti intraprende, quello del migrare in cerca di maggiori opportunità. Yuriy il fisarmonicista è ucraino, Aga la violoncellista è polacca, ma tutti e tre parliamo la stessa lingua in una terra ricca di musicisti da tutto il mondo come è Londra.

Sicuramente il collaborare con loro ha arricchito il progetto, perché ognuno porta con sé la propria storia musicale ed individuale, nel viaggio che li ha portati nel Regno Unito come me. Probabilmente la musica è l’arte più inclusiva di tutte, perché anche se non si condivide la stessa lingua parliamo tutti lo stesso linguaggio con le nostre differenze. Non posso che ringraziare il sostegno di ITACA, che credo abbia percepito il giusto carattere di questo progetto, la diversità di chi ha contribuito arricchendo COLOURS.

 

Cosa ti aspetti dal concerto del 6 marzo e quali sono i tuoi progetti futuri?

Mi auguro che il pubblico viva un’esperienza veramente immersiva, che stimoli pensieri, sensazioni e memorie. I miei progetti futuri sono sicuramente lavorare ad un nuovo progetto esclusivamente centrato sulla migrazione: vorrei infatti intitolarlo Il viaggio del migrante. Ma è ancora tutto da sviluppare, e nel frattempo spero di poter portare COLOURS anche in altre città europee.