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ITALIAN NETWORK intervista il Presidente di ITACA Andrea Malpassi

Intervista di ITALIAN NETWORK

In un’intervista rilasciata ad ITALIAN NETWORK, il portale informativo degli italiani all’estero, il Presidente di ITACA Andrea Malpassi ha raccontato i primi passi di ITACA durante i suoi primi mesi di vita ed i suoi progetti per il futuro.

ITACA, che è nata con l’obiettivo di raccogliere, mettere in rete e rilanciare le esperienze acquisite fino ad oggi sui temi delle migrazioni e della mobilità internazionale per metterla a disposizione di tutte le comunità migranti nel mondo, è ormai una realtà pienamente attiva e conta una partecipazione ed una diffusione capillare in Europa, in Africa, nelle Americhe e in Australia.

“Sappiamo benissimo”, spiega Malpassi, “che la sfida è alta e sappiamo benissimo che, per riuscirci, non bastiamo solo noi. Nessuno può farcela da solo. Quindi, il primo aspetto su cui stiamo lavorando è l’allargamento della nostra rete. La rete di conoscenze, ma anche la rete di relazioni. Stiamo coinvolgendo realtà associative, sociali, ed anche singole persone, residenti in tutto il mondo – non soltanto italiani – che scoprendo ITACA vogliono darci una mano, partecipare alla rete e portare competenze preziosissime”.

Insomma, la famiglia di ITACA si allarga di giorno in giorno ed i progetti per il suo futuro si fanno sempre più concreti ed innovativi. Numerosissimi sono i temi da affrontare e le piste da esplorare potenzialmente infinite. Occorre dunque studiare, approfondire, rafforzare ed ampliare la nostra base di conoscenze, affinché la nostra rete – grazie alle donne e agli uomini che, in giro per il mondo, la compongono e la sostengono – cresca forte e bene.

Ed è proprio quello che ITACA, nei suoi primi mesi di vita, ha fatto e continuerà a fare. “Un aspetto sul quale stiamo lavorando e sul quale lavoreremo moltissimo”, spiega Malpassi, “è quello dello studio e della ricerca. Un tema del genere non lo si affronta senza avere basi solide di competenza e di conoscenza, sia generale per quel che riguarda le normative, sia in ambito comunitario, che nel contesto specifico dei diversi Paesi in cui siamo presenti”.

Attraverso l’Osservatorio sulla mobilità internazionale, ITACA ha già avviato una serie di studi preliminari legati alle migrazioni e, chiaramente, al tema dei diritti connessi all’emigrazione, dalla libertà di accesso, residenza e soggiorno in un Paese, ai diritti del mondo del lavoro, ai diritti sociali connessi al welfare locale o in area più ampia. Tra questi uno studio che, partendo dall’esperienza acquisita sul coordinamento delle politiche sociali europee, lo porterà avanti in vista di una revisione della vecchia legge europea sul coordinamento delle politiche sociali nei vari paesi, “che – come abbiamo avuto modo di renderci conto in precedenti progetti -“, spiega Malpassi, “presenta numerose lacune”.

“Un altro studio che abbiamo deciso di privilegiare”, prosegue il Presidente di ITACA, “riguarda la presenza di altre comunità all’interno di paesi stranieri”. Ecco che ITACA ha avviato una serie di ricerche riguardanti, ad esempio, la comunità argentina in Spagna o, le comunità dei cittadini del Bangladesh e del Pakistan nel Regno Unito, o, ancora, cittadini dei paesi terzi rientrati nei loro paesi di origine, come la Tunisia, il Senegal, il Marocco. In questo ambito si collocano le iniziative portate avanti da ITACA tese all’integrazione culturale ed al superamento di quelle barriere di diffidenza tra culture e sensibilità religiose diverse, favorendo ogni tipo di iniziativa che possa portare ad un intreccio e ad un incontro.

“Il ventaglio di potenzialità che riscontriamo in queste prime mosse è impressionante” conclude Malpassi. “Esiste in questo momento non soltanto in Europa, ma praticamente ovunque, una competenza diffusa, che spesso si organizza in piccole realtà, al di là delle grandi sigle che conosciamo e che fanno assistenza di carattere umanitario. Si è diffusa nel pianeta una rete di competenze magari locali, parcellizzate, che è straordinaria, però tutte queste competenze non sono mai messe in rete in un ambito più ampio. Il nostro impegno, nei limiti delle nostre forze e capacità, è proprio quello di cercare di costruire dei legami per mettere a disposizione tutte queste conoscenze, ampliandole,sulla base di quel che sapremo fare”.

Il testo integrale dell’intervista qui.