A casa, nel mondo

La sicurezza sociale nel mondo. Un rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro

Redazione

Un rapporto dell’ILO evidenzia che, nonostante i progressi significativi nell’estensione della protezione sociale in molte parti del mondo, il diritto alla sicurezza sociale non è ancora una realtà per la maggior parte della popolazione mondiale.

[Traduzione libera di estratti del “World Social Protection Report 2017-2019: Universal social protection to achieve the Sustainable Development Goals”, pubblicato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro]

“La protezione sociale, o la sicurezza sociale, è un diritto dell’uomo ed è definita come l’insieme di politiche e programmi progettati per ridurre e prevenire la povertà e la vulnerabilità durante l’intero ciclo di vita”. Si apre così il nuovo Rapporto sulla protezione sociale nel mondo dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), presentato a fine 2017. Il rapporto, di circa 300 pagine, mette in evidenza che, nonostante i progressi significativi nell’estensione della protezione sociale in molte parti del mondo, il diritto alla sicurezza sociale non è ancora una realtà per la maggior parte della popolazione mondiale.

In un momento in cui la discussione sulla tutela dei diritti sociali assume una rilevanza cruciale – tanto a livello europeo, quanto a livello mondiale – il rapporto dell’ILO fornisce una panoramica globale delle recenti tendenze nei sistemi di sicurezza sociale, analizzando lo stato attuale della protezione sociale nei diversi Paesi ed aree geografiche del mondo. Mentre in Europa la proclamazione del Pilastro europeo dei diritti sociali sembra aver segnato l’inizio di un cambio radicale di rotta delle politiche dell’Unione Europea, a livello internazionale uno dei più importanti risultati in tema di diritti sociali si era ottenuto con l’approvazione della Raccomandazione 202 sui sistemi nazionali di protezione sociale di base, in seno alla 101esima Conferenza Internazionale del Lavoro del 2012. Entrambi i documenti – giunti in un momento di forte esasperazione sociale e politica, in le politiche economiche e sociali tendono ad essere improntate ad una sempre maggiore austerità d’ispirazione neoliberista – hanno avuto il merito di rimettere la “questione sociale” al centro della discussione, su scala internazionale.

Il nostro Osservatorio sulla Mobilità Internazionale è impegnato in un’attenta attività di monitoraggio di detti documenti e, in generale, degli sviluppi in materia di politiche sociali, a livello europeo e internazionale. Il rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro si rivela pertanto una preziosa fonte di dati ed informazioni aggiornate. Offrendo una panoramica di dati globali, regionali e nazionali sul livello di copertura, la natura delle prestazioni e l’investimento in termini di spesa pubblica per la protezione sociale, nel suo rapporto l’ILO mette in luce come rimangano tuttavia necessari sforzi consistenti per garantire che il diritto alla sicurezza sociale diventi realtà per tutti, a livello globale.

“La protezione sociale”, si legge nel rapporto, “comprende prestazioni per l’infanzia e le famiglie, prestazioni di maternità, disoccupazione, infortuni sul lavoro, malattia, vecchiaia, invalidità, prestazioni per superstiti e prestazioni socio-sanitarie. I sistemi di protezione sociale coprono tutte queste aree tramite una combinazione di regimi contributivi (assicurazioni sociali) e di benefici fiscali non contributivi, ivi compresi i regimi di assistenza sociale. La protezione sociale svolge dunque un ruolo chiave nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile, nella promozione della giustizia sociale e nella realizzazione del diritto alla sicurezza sociale per tutti. Pertanto, le politiche di protezione sociale sono elementi essenziali delle strategie nazionali di sviluppo per ridurre la povertà e sostenere una crescita inclusiva e sostenibile aumentando i redditi delle famiglie, promuovendo la produttività e lo sviluppo umano, aumentando la domanda interna, facilitando la trasformazione strutturale dell’economia e promuovendo forme ed opportunità di lavoro dignitose”.

“Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) adottati all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015”, continua il rapporto, “riflettono l’impegno comune dei paesi ad “attuare sistemi e misure di protezione sociale per tutti, adeguati a ciascun contesto nazionale, compresi piani” per ridurre e prevenire la povertà. Questo impegno per l’universalismo riafferma l’accordo globale sull’estensione della sicurezza sociale conseguito con la Raccomandazione n. 202 sui Social Protection Floors, adottata nel 2012 dai governi e dalle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro di tutti i Paesi”.

Numerosi dunque i punti chiave che emergono dal rapporto:

• Nonostante i significativi progressi nell’estensione della protezione sociale in molte parti del mondo, il diritto alla sicurezza sociale non è ancora una realtà per la maggioranza della popolazione mondiale. Solo il 45% della popolazione mondiale, infatti, è effettivamente coperto da almeno una prestazione sociale, mentre il restante 55% – fino a 4 miliardi di persone – non gode di alcun tipo di protezione;

• Le stime dell’ILO mostrano inoltre che solamente il 29% della popolazione mondiale è coperto da sistemi di sicurezza sociale “completi”, ovvero comprendenti una gamma completa di prestazioni, che vadano dalle prestazioni familiari alle pensioni per la vecchiaia. Il restante 71%, ovvero 5,2 miliardi di persone, non è coperto che parzialmente o, addirittura, non è coperto affatto. Queste lacune in materia di protezione sociale, spiega l’ILO, sono dovute alla mancanza di investimenti nella sicurezza sociale da parte degli Stati – specie in Africa, Asia e nei Paesi arabi;

• L’assenza di protezione sociale lascia le persone vulnerabili alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale durante l’intero ciclo di vita, costituendo in tal modo un grosso ostacolo allo sviluppo economico e sociale., tanto individuale quanto a livello della società nel suo complesso;

• Gli SDG (“obiettivi di sviluppo sostenibile” adottati dalle Nazioni Unite) raccomandano una protezione sociale universale. In particolare, sulla base della Raccomandazione del 2012, i Paesi hanno la responsabilità di garantire almeno un livello base di sicurezza sociale – un cosiddetto “zoccolo” minimo di protezione sociale, Social protection floors – per tutti, come parte dei loro sistemi di protezione sociale. Mentre molti paesi si sono già mossi nella direzione di una protezione universale, sono necessari ulteriori sforzi, sostiene l’ILO, per estendere la copertura e garantire benefici adeguati.

Prestazioni per l’infanzia

I trasferimenti per bambini e famiglie, in denaro o in natura, sono fondamentali per la realizzazione dei diritti dell’infanzia, in quanto permettono di impedire a bambini e bambine maggiormente vulnerabili di cadere nella povertà, di prevenire la mortalità infantile, di contribuire al loro sano sviluppo e benessere, di migliorare il loro accesso a beni e servizi essenziali e ridurre il lavoro minorile. Aspetti salienti:

• Solo il 35% dei bambini in tutto il mondo gode di un accesso efficace alla protezione sociale, sebbene con significative disparità regionali. Quasi due terzi dei bambini di tutto il mondo – 1,3 miliardi – non sono coperti e la maggior parte di loro vive in Africa e in Asia;

• In media, l’1,1% del PIL viene speso in sussidi per l’infanzia e per famiglie con bambini di età compresa tra 0 e 14 anni. Questo dato indica un significativo sottoinvestimento;

• Negli ultimi decenni i trasferimenti in denaro per l’infanzia si sono allargati ai Paesi a basso e medio reddito, ed un certo numero di Paesi ha raggiunto un livello di protezione sociale universale (ad esempio, Argentina, Brasile, Cile). Tuttavia, la copertura e i livelli di prestazioni rimangono insufficienti in molti Paesi, numerosi dei quali hanno ridotto le prestazioni sociali per l’infanzia sulla scia delle politiche di consolidamento fiscale, spesso lasciando molti bambini vulnerabili senza un’adeguata protezione.

Protezione sociale per donne e uomini in età lavorativa: indennità di maternità e invalidità, protezione dagli infortuni sul lavoro, sostegno alla disoccupazione

La protezione sociale svolge un ruolo chiave nel garantire la sicurezza del reddito per le donne e gli uomini in età lavorativa, sotto forma di protezione della maternità, sostegno alla disoccupazione, protezione dagli infortuni sul lavoro e indennità di invalidità. Questi schemi contribuiscono a regolarizzare i redditi e a promuovere un’occupazione dignitosa e produttiva. La protezione sociale facilita anche il cambiamento strutturale all’interno delle economie e dei mercati del lavoro e contribuisce a una crescita inclusiva e sostenibile. Aspetti salienti:

• La copertura della protezione sociale per le persone in età lavorativa è ancora limitata. Nonostante gli impatti positivi sullo sviluppo del sostegno alle donne in età fertile, ad esempio, solo il 41,1 per cento delle madri con neonati riceve un sussidio di maternità, mentre 83 milioni di neo-mamme rimangono scoperte;

Solo il 21,8% dei lavoratori disoccupati è coperto da sussidi di disoccupazione – il che significa che 152 milioni di lavoratori disoccupati rimangono senza copertura;

• Solo una minoranza della forza lavoro globale ha un accesso effettivo alla protezione dagli infortuni sul lavoro, mentre solo il 27,8% delle persone con disabilità gravi in tutto il mondo riceve un sussidio di invalidità;

• Le stime di spesa mostrano che in tutto il mondo solo il 3,2% del PIL viene speso per la protezione sociale pubblica al fine di garantire la sicurezza del reddito per le persone in età lavorativa, sebbene queste costituiscano una notevole percentuale della popolazione mondiale;

• Numerosi paesi stanno ridimensionando la protezione per uomini e donne in età lavorativa come parte del risanamento di bilancio o di politiche di austerità, lasciando così molte persone senza alcuna tutela, in un momento in cui la protezione sociale è più necessaria;

“Alla luce delle recenti sfide del mercato del lavoro e dell’occupazione”, si legge nel rapporto, “come la disoccupazione e sottoccupazione persistente, la prevalenza del lavoro precario e atipico, nonché l’aumento della povertà lavorativa, i sistemi di protezione sociale sono politiche essenziali per garantire un’adeguata sicurezza del reddito e un lavoro dignitoso, soprattutto laddove esiste un’efficace coordinazione tra queste misure e le politiche per l’occupazione, le politiche salariali e in materia fiscale”.

Protezione sociale per donne e uomini anziani

Le pensioni per le donne anziane e gli uomini sono la forma più diffusa di protezione sociale nel mondo e un elemento chiave tra gli Obiettivi per lo Svilupo sostenibile. Aspetti salienti:

• In tutto il mondo, il 68% delle persone sopra l’età pensionabile riceve una pensione di vecchiaia, che è associata all’espansione delle pensioni non contributive e contributive in molti Paesi a medio e basso reddito;

• Tuttavia, i livelli di prestazioni sono spesso bassi e non sufficienti a garantire alle persone in età pensionabile di vivere al di sopra della soglia di povertà. L’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche rimane pertanto una sfida in molti paesi;

• Le spese per pensioni e altri benefici per gli anziani rappresentano in media il 6,9% del PIL, con ampie variazioni tra le regioni. Queste variazioni sono spesso fortemente influenzate da misure di austerità;

• Alcuni Paesi si stanno muovendo verso una privatizzazione dei sistemi pensionistici, nonostante le politiche di privatizzazione della sicurezza sociale non abbiano prodotto i risultati attesi in Paesi come Argentina, Bolivia, Kazakistan, Polonia e Ungheria – alcuni dei quali stanno tornando a sistemi pubblici di solidarietà.

Verso una copertura sanitaria universale

La copertura sanitaria universale, che fornisce un accesso efficace – almeno – all’assistenza sanitaria di base, inclusa l’assistenza a lungo termine, è ritenuta la chiave per raggiungere gli Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile. Aspetti salienti:

• Le stime dell’ILO mostrano che il diritto alla salute non è ancora una realtà in molte parti del mondo, specialmente nelle aree rurali dove il 56% della popolazione non ha copertura sanitaria (rispetto al 22% nelle aree urbane). Garantire l’equità nell’accesso a cure di qualità e solidarietà nel finanziamento è fondamentale per estendere la protezione della salute;

• L’assistenza a lungo termine — per lo più necessarie alle persone anziane — escludono ancora più del 48% della popolazione mondiale. Solo il 5,6% della popolazione mondiale vive in paesi che forniscono una copertura per l’assistenza a lungo termine basata sulla legislazione nazionale per l’intera popolazione. A causa dell’invecchiamento della popolazione, quest’aspetto dovrebbe essere adeguatamente affrontato dalle politiche pubbliche. Attualmente, circa 57 milioni di lavoratori «volontari» non retribuiti forniscono la maggior parte dell’assistenza a lungo termine. Molti di loro sono donne che si occupano di assistenza ai familiari. Maggiori investimenti in servizi di assistenza potrebbero alleviare la povertà in età avanzata e generare milioni di posti di lavoro per operatori qualificati che sono stimati in 13,6 milioni a livello globale. Questo tipo di investimenti, continua il rapporto, si dimostrerebbe essenziale anche nel trasformare il lavoro non retribuito in opportunità di lavoro dignitoso e contribuire alla piena occupazione ed una crescita inclusiva.

Progressi nella protezione sociale: tendenze regionali

Le tendenze osservate nella copertura della protezione sociale variano sostanzialmente tra regioni e anche tra Paesi all’interno della stessa regione.

• In Africa, nonostante i significativi progressi nell’estensione della protezione sociale, solo il 17,8% della popolazione riceve almeno una prestazione in denaro, con variazioni significative tra i vari Paesi. In generale, permangono significative lacune in termini di copertura per quanto riguarda l’infanzia, le madri con neonati, i lavoratori disoccupati, le persone con disabilità e le popolazioni vulnerabili. Lo sviluppo di piani di protezione sociale è quindi una priorità urgente nei Paesi della regione africana.

• Nelle Americhe, il 67,6% della popolazione è effettivamente coperto da almeno un sussidio di protezione sociale, principalmente a causa dell’estensione dei sistemi di protezione sociale negli ultimi decenni. Oltre i due terzi dei bambini, delle donne incinte e delle madri di neonati, così come delle persone anziane, sono coperti da prestazioni previdenziali in denaro, ma esistono maggiori lacune per quanto riguarda le indennità di invalidità e disoccupazione. Alcuni paesi hanno raggiunto con successo la protezione universale o quasi universale nei confronti dell’infanzia (Argentina, Brasile, Cile), madri con neonati (Canada, Uruguay), persone con disabilità (Brasile, Cile, Uruguay, Stati Uniti) e anziani (Argentina, Canada, Stati Uniti). Tuttavia, i Paesi della regione devono intensificare gli sforzi per colmare le lacune nella copertura, rafforzare i sistemi di protezione sociale di base e migliorare l’adeguatezza dei benefici;

• Nella regione dell’Asia e del Pacifico, solo il 38,9% della popolazione è effettivamente coperto da almeno una prestazione previdenziale in denaro, sebbene siano stati compiuti progressi significativi nel rafforzamento dei sistemi di protezione sociale e nella costruzione dei sistemi nazionali di protezione sociale di base. Grandi lacune nella copertura rimangono nei settori delle prestazioni per figli e familiari, protezione della maternità, protezione dalla disoccupazione e indennità di invalidità. Vale la pena notare che alcuni paesi hanno raggiunto la copertura universale per l’infanzia (Australia); altri ancora hanno esteso la copertura per la protezione della maternità o hanno introdotto regimi pensionistici non contributivi per ottenere una copertura universale per le persone anziane; tuttavia l’adeguatezza delle prestazioni rimane una preoccupazione;

• In Europa e Asia centrale, dati i sistemi di protezione sociale relativamente completi e maturi, l’84,1% della popolazione della regione ha accesso ad almeno un sussidio in denaro. Le stime della copertura regionale superano l’80% per le prestazioni per figli e famiglie, le prestazioni in denaro per maternità, le prestazioni di invalidità e le pensioni di vecchiaia, con diversi Paesi che raggiungono la copertura universale. Tuttavia, vi sono preoccupazioni per le persistenti lacune nella copertura delle aree di protezione della maternità e della disoccupazione, nonché per quanto riguarda l’adeguatezza delle pensioni e altre prestazioni, soprattutto alla luce dei cambiamenti demografici e delle misure di austerità a breve termine.

Tendenze e prospettive globali. Conclusioni e raccomandazioni dell’ILO

Guardando al 2030, i governi mondiali hanno accettato di compiere progressi significativi verso l’attuazione sistemi di protezione sociale appropriati a livello nazionale per tutti, compresi i sistemi nazionali di protezione sociale di base, come parte dell’agenda SDG.

• Con quasi la metà della popolazione mondiale coperta da almeno una prestazione sociale nel 2015, molti paesi hanno fatto passi da gigante nel rafforzare i loro sistemi di protezione sociale, compresi i piani per garantire almeno un livello base di sicurezza sociale per tutti. Tuttavia, sono necessari ulteriori sforzi per garantire che il diritto alla sicurezza sociale diventi una realtà per tutti;

• Il livello aggregato della spesa pubblica per la protezione sociale deve essere aumentato per estendere la copertura della protezione sociale, in particolare in quei Paesi caratterizzati da marcati sottoinvestimenti nella previdenza sociale;

• Mentre l’estensione della copertura è un obiettivo primario, è necessario prestare attenzione all’adeguatezza delle prestazioni, poiché i livelli di protezione sociale sono spesso insufficienti per portare le persone fuori da situazioni di povertà e insicurezza;

• L’estensione della protezione sociale a coloro che vivono nell’economia informale e facilitando la transizione verso l’economia formale sono fondamentali per promuovere il lavoro dignitoso e prevenire la povertà;

• Costruire sistemi di protezione sociale inclusivi richiede anche l’adattamento dei sistemi di protezione sociale ai cambiamenti demografici, alle evoluzioni del mondo del lavoro, alla migrazione, ai contesti a rischio e alle sfide ambientali;

• Le misure di austerità a breve termine e le riforme di risanamento fiscale stanno minando gli sforzi per uno sviluppo a lungo termine. Queste riforme hanno spesso un mero obiettivo fiscale che è quello di conseguire risparmi sui costi, ignorando gli impatti sociali negativi per quanto riguarda la copertura e l’adeguatezza delle prestazioni sociali e mettendo così a rischio i progressi verso il raggiungimento degli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile (OSS). Sono necessari ulteriori sforzi per evitare che le politiche di austerità destabilizzino gli importanti progressi compiuti;

• Esiste un’ampia varietà di opzioni per generare risorse per la protezione sociale. È imperativo che i Paesi diventino proattivi nell’esplorare tutte le possibili alternative di finanziamento per promuovere gli OSS e lo sviluppo nazionale attraverso posti di lavoro dignitosi e protezione sociale, effettiva, per tutti.

Per il testo integrale (in EN e FR) del Rapporto dell’ILO e ulteriori approfondimenti, seguire questo link.